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Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1848, Discussioni.pdf/64

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camera dei deputati — sessione del 1848



Trieste. Si presentò davanti a questo porto, intimò al governatore di consegnare la Dotta. Esso prese 24 ore di tempo 2 rispondere: a quest’ora, o ci sarà stata consegnata, o l’avran presa, od abbruciata (Applausi prolungati).

Un altro fatto ancora glorioso per le armi italiane.

I volontari pontifici, toscani, napoletani, lombardi e d’altre parti d’Italia hanno battuto un numeroso corpo d’Austriaci, difese le barricate che cingevano e servivano di fortificazioni a Vicenza, e quasi lo dispersero togliendo due cannoni. Così i fratelli tutti d’Italia, rivaleggiando a gara fra loro, si rendono degni dell’antico nome. Se l’armata ha il valore regolare ispirato dalla disciplina, i volontari hanno il valore dell’entusiasmo, e forte anch’esso. Se l’armata di terra vince, quella di mare miete anch’essa i suoi allori. Così ai Piemontesi nelle pugne campali, ai Liguri nelle prove navali la gloria: a tutti i figli d’Italia che concordemente combattono per l’indipendenza della patria, onore, e riconoscenza! (Fragorosi e prolungati applausi tolgono al ministro vivamente commosso di più oltre proseguire). Op.)

sclopis ministro di grazia e giustizia sale alla tribuna e dà lettura di due progetti di legge, ragguardanti l’estensione alla Sardegna dei Codici civile e penale, vigenti in Terraferma, siccome conseguenza dei voti di perfetta fusione, manifestati da quell’isola sin dall’ultimo periodo dello scorso anno; fa un rapido cenno di alcune modificazioni, tuttavia richiamate dalle condizioni speciali dell’Isola (V. Doc. pag. 11).

IL PRESIDENTE dà alto della presentazione di tali progetti che, appena stampati, verranno distribuiti negli ufficii,

SUSSARELLO, CAVERI e FARINA M., prestano il giuramento.

IL PRESIDENTE riferisce alla Camera il contenuto delle seguenti tre lettere:

1° Del deputato cav. Pier-Dionigi Pinelli, il quale, per mandato orale di Vincenzo Gioberti, rinnova la dichiarazione già prima fatta dallo stesso, che fra le elezioni di Genova e Torino, si tien vincolato pel III collegio di quest’ultima città;

2° Del deputato cav. Fois, che fa omaggio alla Camera di un opuscolo sulla Giurisprudenza civile sarda, perchè sia destinato a far parte della biblioteca della Camera;

3°. Del deputato avv. Ravina, il quale; eletto da quatiro collegi, opta pel V cincondario di Torino.

Fa quindi cenno alla Camera, che l’ultima seduta fu sciolta per mancanza di progetti pronti a discutersi, e che ora sono preparati il progetto di indirizzo al Re e la relazione dell’avvocato Farina sopra un’elezione.

Accenna che il deputato Zunini ritirò la sua proposta per surrogarne un’altra, come pure il deputato avv. Bixio la sua, per alcune modificazioni; appena saranno nuovamente presentate, verranno distribuite negli uffizii. (Verb).


PROGETTO DI RISPOSTA

AL DISCORSO DELLA CORONA


santa rosa relatore dell’indirizzo sale alla tribuna:

premette che la Commissione ignorando i fausti avvenimenti testè annunziati dal ministro degli affari esteri, non potè tenerne conto nel suo progetto; ciò farà parto di quelle emendazioni che la Camera stimerà di introdurre, onde dare a clascuno quella parle di gloria e di lode che gli è dovuta:

dà quindi lettura del progetto. Il progetto è concepito come segue: (Ferd.)



Serenissimo Principo!

" 4. l’ deputati del Popola porgono per mezzo Vostro, nobile Rappresentante della Reale Coroua, l’espressione dell’umore e della gralitudîne della nazione all’Augusto Monarca che, riconoscendone i diritti e secondandone i voti, la chiamò alla vita libera e civile.

2. La Provridenza malorando i lempi condusse la Famiglia Ilaliana ad assidersi nel consesso delle nazioni libere e pofeuti, 1 mutuo amore fra principe e popolo ci schiusola via, — la mutua fiducia ci assicura l’acquisto di questa nuova grandezza; e la storia scriverà chei popoli governati dal Re Carlo Aiberto giunsero alla libertà senza quelle commezioni che afflissero altre parti d’Europa.

5, La bandiera che il Re spiegava al grido della generosa ira lombarda fu e sarà benedetta da Dio, perchè simbolo di una nazionalità dalla sua sapienza creatrice slabilila.

4, Alla magnanimità del pensiero che indisse la sacra guerra, rispose lo slancio della Nazione, il maraviglioso coraggio.dei Soldato, l’eroismo del Re e dei Principi Reali.

8, H popolo applaude alle prove di valore de’ suoi figli, e la fiducia nel Supremo Capitano comprime l’ansietà che gli deslanò in cuore i pericoli della guerra e gliostacoli d’ogni sorla che s’incontrano dai combattenti.

6. Alla voce del Re che altamente proclama l’unione e l’i dipendenza italiana, niuno sarà che non accetti volonteroso ogni manicra di sagrifizi. Sorgerà un vero esercito Lombardo a raddoppiare le file dei fratelli cho stanno ppgnando, e sarà îrresistibilmente cacciato lo straniero che conculcara superbo, e feroce disertava la nostra patria.

7. La Nazione vive sicura che la Flotta emulerà la gloria dell’Esercito e, anelando a’ suoi novelli destini, essa vagheggia nella marineria un elemento di prosperità e di potenza.

Ne sono arra le memorie del passato e la celchrata perizia dei nostri uominî di mare. — Il Governo ne prenderà certa»

menle pensiero.

8, Sardegna, Savoia, Liguria, Piemonte ora confondono in uoo i nomi loro. I Sardi rinunciando ad antichi privilegi mostrasono intendere l’idea rigeneratrice dell’Unione, ed acquìstarono nuovi dirittà ad essere pareggiati alle provincie sorelte nella partecipazione alla prosperità nazionale.

9. T leali figli della Savoia, riscaltandosi da se soli da inopinata aggressione, e combattendy valorosamente fra le prime file nella guerra italiana, ci fanno sicuri che il baluardo occidentale d’Italia è aflidato a mani potenti.e a petti fedeti.

10. I Liguri, fortissimi di senno e di cuore, accomunarono a tutta la Nazione lo splendido retaggio delle loro glorie municipali, e V’incancellabile memoria del tremendo moto del 1746, esempio e vessillo al recente dell’inclita Milano.

11, L’impavida fermezza dei Piemontesi fu il centro cui si congiunsero le forze di quei generosi fratelli.

12. Anche l’illustre Piacenza con ispontaneo e quasi unanime suffragio volle ora accordare le sue sorti con le nostre.

Noi l’accogliemmo in fralerno amplesso per non più dividercì, sperando, congiunti, in un più grande avvenire.

43. L’accordo dello opinioni e delle volontà dei buani darà il raro esempio di un Popolo che, mentre scaglia contro il nemico straniero il poderoso suo esercito, e provvedo alla propria difesa da qualunque aggressione, si compone tranquillamente a sicura libertà interna, riformando le sue leggi ed ndo per tutto lo Stato quella Guardia Nazionale che fa già di sè buona prova, e sarà saldissima guarentigia delle libere istiluzioni.

46. La Camera si rallegra delle simpatio delle nazioni stranicre che hanno con noi comuni le forme di goveruo, o che