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prefazione VII

alto che v’è un commercio d’idee e sentimenti più utile persino che quello delle cose, e che non è affatto impossibile che nell’avvenire si formi, anzi torni a formarsi, una letteratura internazionale su quelle nazionali; una letteratura che lasci queste, pure e native, al loro posto, ma che sopra esse faccia circolare il pensiero e il sentimento comune„.

E si veda anche in questo stesso volume lo scritto “Pensieri scolastici„, IV.

Maria Pascoli


Castelvecchio, marzo 1925