Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/247

Da Wikisource.

la poesia epica in roma 233

i Tyrseni gloriosi furono re»1. Secondo Xenagora, ho già detto quali figli ebbe. Ma un altro da tempo (da quando?) gli disputava queste glorie di figli: Aineias, un nemico, un Troiano. Ma questo Troiano era figlio di Aphrodite, la dea marina, e, con la madre detta Αφροδίτη Αἰνειάς, fece molto viaggio nelle navi greche anche il figlio. Nei luoghi di approdo e di commercio più loro consueti, i Greci edificavano un tempietto alla loro dea. Ce n’erano a Cythera, a Zacyntho, a Leucade, a Actio, a Eryx, uno infine anche ad Ardea. Ma Alvetάs significa veramente «madre di Aineias»? No, certo; e qualunque cosa significhi, è anteriore al mito che fa Aphrodite madre di Aineias. Non la madre ha tale aggiunto dal figlio; ma il figlio ha il suo nome da quell’aggiunto della madre. Il quale, se si vuole spiegare, bisogna forse risalire ai Fenici e alla loro Astarte. Ora Aineias ha la sua parte nella guerra Iliaca. Egli dovrebbe essere presso i Troiani quello che Achille presso i Greci; figlio di Dea, come lui; come lui, hạ nel re, in Priamo esso, come l’altro in Agamemnone, un nemico geloso2; come lui, è veloce3: come di lui, ne prendono cura gli dei, e oltre Aphrodite, accorre in suo aiuto Apollo, accorre Poseidone4. E di fronte ad Achille è posto due volte; ed è notevole ciò che Apollo, per istigarlo ad opporsi al terribile eroe, gli dice comparando5: «Eroe, orsù, e tu anche gli dei sempi-

  1. Theog. 1011 e segg.
  2. Ν 459 e segg.
  3. Ν 482.
  4. Ε 311 segg. 432 segg. Υ 293 segg.
  5. Υ 79 e segg. 90 e segg.