Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/253

Da Wikisource.

la poesia epica in roma 239

ricevuta e ancora che fosse preferita, se non altro, a sbalzi, in certi tempi, da certe persone, se non sempre e continuatamente e da tutti, è buon indizio, dico, il fatto del volgarizzamento popolare dell’Odyssea a preferenza dell’Iliade dove era pure glorioso combattente Enea. Ma a ogni modo è più prudente non affermare nulla di ciò. Ciò che si può affermare è che l’altra leggenda, quella di Enea, non conquistò subito il popolo Romano, per quanto noi possiamo congetturare che ella fosse già in Roma, sin dalla metà del secolo quinto. Poichè Pyrro nel 473 accogliendo la domanda di soccorso e alleanza dei Tarentini, ricordava l’inimicizia del suo progenitore Achille contro i Troiani progenitori di Roma1. E Timeo di Tauromenio di quei tempi, raccontava la leggenda presso a poco come noi la sappiamo. E un anno prima del 473, anzi, sebbene la data sia messa in dubbio, gli Acarnani, domandando a Roma soccorso contro gli Aetoli, portavano, come argomento della loro domanda, che essi, unici dei Greci, non avevano preso parte alla guerra contro Ilio2. Ma a sentir Dionysio che accenna ai ricordi della leggenda conservati nelle sacre cerimonie3, l’introduzione sarebbe avvenuta in tempo ben più remoto; il che è contradetto dal non trovarsi nelle feste più antiche di Roma alcuno di tali ricordi. In verità, anche credendo che fosse introdotta più anticamente, credere non si può che fosse accolta, per una grave difficoltà, per una forte repugnanza che doveva ispirare la leggenda stessa. Chè,

  1. Pausania I xii 1.
  2. La data 473 è del Mommsen, negata dal Nissen.
  3. Dion. A xlix.