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o prima. Militò dunque nella prima guerra punica, secondo Varrone citato da Gellio, e nel poema suo lo diceva1. Rappresentò, sempre secondo Gellio, fabulas nell’anno di Roma 519; che in quell’anno per la prima volta, dal contesto di Gellio è possibile indurre2; probabile almeno che Gellio non sapesse di rappresentazioni avvenute prima. Non fu certo attore, come era autore: se militò legittimamente, non poteva essere istrione, perchè gl’istrioni erano deminuti capite. Tito Livio, parlando di Lucio Livio il primo autore di drami, osserva: idem scilicet, id quod omnes tum erant, suorum carminum actor3. Ma nota nel medesimo periodo il passaggio ab saturis al vero drama. Lucio Livio conserva anche nelle fabulae il costume delle saturae, ed è anche attore: con Naevio la separazione è netta. E coi suoi drami lo scriba o histrio divenuto poeta e cittadino, esercita subito i suoi diritti di critica e di censura. Naevio assalì l’Africano per la sua mollezza, biasimò i tempi nuovi e l’introduzione della garrulità greca4. Per la sua libertà di parola, anzi, ob assiduam maledicentiam et probra in principes civitatis de Graecorum poetarum more

  1. Gell. XVII xxi; quem (Naevium) M. Varro in libris de poetis primo stipendia fecisse ait bello poenico primo, idque ipsum Naevium dicere in eo carmine quod de eodem bello scripsit.
  2. Gell. 1. 1. anno post Romam conditam quingentesimo undevicesimo... Cn. Naevius poeta fabulas apud populum dedit. Poco prima ha parlato del primo autore di drami e della prima sua rappresentazione; dunque è verosimile che anche di Naevio registri gl’inizi, tanto più che il fiorire è idea troppo lata e difficilmente si può inchiudere in un anno.
  3. VII ii.
  4. Gell. VI viii. Cic. Cat. M. vi 20.