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18 antico sempre nuovo

Le grandi battaglie di Roma (Excerpta dai libri ab urbe condita, XXI, XXII); La vendetta di Varo (Tacito: Annales: excerpta da I, 50-52, 55-72. II, 526). Sono raccolte fatte a poco a poco, le cui singole parti hanno un titolo che dovrebbe valere a sprigionare dalla narrazione, in una o due parole, il suo senso intimo e poetico. Riferisco ad esempio, «Il lupo e il cane» titolo dato ai capitoli 9 e 10 del 2º libro degli Annali di Tacito. Si tratta di Arminius e del suo fratello cognomento Flavus, mercenario romano, che parlano da una sponda all’altra del Visurgis.

Ma cura maggiore devo spendere a che non si disperda in fumo la lettura che si fa degli autori. L’E. V. sa e poco o nulla ne resta nella mente e nei cuori dei nostri alunni, per due ragioni principalmente. La lettura non s’imprime nelle menti, perchè queste non ci durano generalmente fatica; poichè la fatica è loro risparmiata dai traduttori, brutti libercoli che gli speculatori sull’ignoranza offrono a buon mercato. La lettura non sveglia nessun sentimento nei cuori, perchè il libro di testo, generalmente, nelle sue note richiama a ogni passo lo Schultz e il Madvig, non evoca mai la vita antica. Necessario è quindi raccogliere a mano a mano l’importanza di ciò che s’è letto, comunque si sia letto. Perciò assegno dei lavori di collegamento, più che d’altro, ai quali gli alunni si mettono con fervore e serietà. Ricordo di questi: L’idillio nei tempi torbidi, Roma e l’Italia nella Poesia Romana, Hostes, Legio Romana. Il primo è una scorsa per le Ecloghe e le Georgiche di Virgilio e per i Sermoni, Epodi e Odi di Orazio. Dai tumulti atroci