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a giuseppe chiarini 391

battiti del cuore e nel palpitare del vento e nello stormir delle frondi e nel segare delle cicale; ma per parte sua rinunzierà a crearlo, o lo creerà solo per i tromboni e per le gran casse?

Io non lo credo. Io non credo che Matelda — l’arte — 1 cessi di danzare! Qualcuno può sospettare che la poesia che un tempo era tutt’uno con la musica, e se n’è poi staccata, tenda a staccarsene sempre più, fino a confondersi con la prosa.... Ma no: il fatto è mal definito così. Un tempo, prosa, poesia, musica, ogni espressione del pensiero, era un tutt’uno. Dal caos primordiale si sono formate musica, poesia e prosa, e poi tante specie di musica e tante di poesia e tante di prosa. A mano a mano che si staccano gli anelli planetarii, quel che resta e quel che si stacca, divengono più diversi l’un dall’altro e più simili a sè. La musica fu più musica d’allora che non fu anche poesia; e così la poesia fu più poesia d’allora che non fu anche prosa. E così dunque se dal lucido astro della poesia si leveranno altre scorie, bene! la poesia sarà più poesia che mai. Non c’è paura che muoia, no.

I pensieri e i sentimenti di Walt Whitman, grandiosi e nobili quanto volete, non avranno il lor valore se non quando saranno chiusi nelle loro formule armoniose. Il diamante greggio deve essere ripulito e sfaccettato se vuol brillare. Non basta trovarlo, il

  1. Vedi il mio volume «Sotto il Velame» - Muglia, Messina [ora Zanichelli, Bologna]. O mia scoperta! o mia gloria! Sì Matelda è l’arte. E si ammiri uno strano o naturalissimo incontro di Genii. In questi giorni mi sono incontrato in questo emistichio di Victor Hugo (Lég. d. S. Petit Paul): car au fond la nature c’est l’art. Lo stesso concetto in Dante e Hugo!