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36 antico sempre nuovo
In quadrum coeunt sulci: consistit aratrum:
Fumantis niveus rictus attollit ad ulmum:
Taurus.

Voi dite... Adagio, cari ragazzi: voi dite che so a mente la traduzione latina del sonetto. Potrebbe essere: ma potrebbe anche non essere. Non mi sarebbe difficile farlo anche così all’improvviso. Davvero? Oh! sì, e v’insegno subito il segreto semplicissimo.

Voi ricordate, un poco, i nomi dei piedi, o di complessi di piedi, nomi che vi facevano tanto ridere, quando quel povero vecchio di professore che dicevate pedante e che era tanto buono, voleva farveli imparare a mente? Oh! non aveva torto; chè è meglio intendersi con una parola sola per quanto stramba, che con molte. Vi ricordate il bacchio, il palimbacchio o rodio, l’alato pirrichio, il pesante molosso? No. Pazienza: ricorriamo ad altro. Le parole latine che vi si presentano alla mente, quando traducete le italiane, per farne un esametro (parliamo ora dell’esametro soltanto), sono di una o due o tre o quattro o cinque o più ancora sillabe. Ebbene: le parole monosillabe siano esse brevi o lunghe possono entrare nel metro dattilico; se sono brevi (salva l’elisione, come per le lunghe) ricordatevi di provvedere loro, continuando a tradurre, una parola che abbia una breve iniziale. Le parole disillabe possono entrare tutte nel metro detto, costituiscano esse uno spondeo, un giambo, un trocheo, un pirrichio (queste denominazioni le avete presenti): ma ricordatevi nel seguito della versione, di fornire un trocheo al giambo, un giambo al trocheo, una lunga al pirrichio. Le parole trisillabe...