Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/190

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“E chi la pose dunque, indosso a te?„
“Chi può„. “Chi può?„ “Ma, caro figlio, il re!„

ii

Il fanciullo tornò dalla sua mamma,
e le saltò sulle ginocchia: “Mamma,

mammina (cinguettò), tu non lo sai!
ho visto quello che non vidi mai!

un uomo bello più del San Michele
ch’è in chiesa, tra il chiaror delle candele!„

“Non c’è uomo più bello, figlio mio,
più bello, no, d’un angelo di Dio„.

“Ma sì, ce n’è, mammina, se permetti:
ce n’è, mammina: cavalier son detti.

E io, mammina, voglio andar con loro,
e aver veste di ferro e sproni d’oro„.

La madre a terra cadde come morta,
che già Morvàn usciva dalla porta;

Morvàn usciva e le volgea le spalle,
ed entrò difilato nelle stalle;

nelle stalle trovò solo un ronzino:
lo sciolse, vi montò sopra: in cammino!

Egli partì, nè salutò persona:
eccolo fuori, ecco che batte e sprona,

eccolo già lontano dal castello,
dietro quell’uomo ch’era così bello.