Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/224

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del latte, e poi, bel bello,
quel solitario balbettìo sommesso
che par la boschereccia d’un uccello:
fu l’angelo ch’è l’uomo,
avanti d’esser uomo: ed il suo nonno
lo contemplava al mo’ che si contempla
un cielo che si dora:
e quel tramonto amava quell’aurora.

     Il nonno lo portò nella sua casa
antica e grande in mezzo a un gran giardino.
Oh! quanto verde! Intorno
c’erano peri e meli,
un tremolar di steli,
frulli di foglie e d’ale,
un gridìo di cicale,
nel grave mezzogiorno,
e poi, tra lusco e brusco
i pigolìi sommessi
de’ nidi sui cipressi;
e cinguettìi di polle,
e lo sdrucciolo molle
dell’acqua in mezzo al musco:
era per l’angioletto un paradiso
quell’antico giardino!
Al paradiso s’avvezzò Pierino.

     Sua balia era una capra,
suo fratello di latte era un capretto:
e il caprettino adesso
già facea le sue corse ed i suoi sbalzi;
e l’omettino anch’esso
volle incignare i suoi piedini scalzi.
E fece il primo passo
e fatto il primo, volle farne un altro...
un altro... un altro... E via col capo avanti