Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/226

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avea suo nonno, e molto era beato.
Altro per lui non c’era.
E suo nonno, una sera,

     morì... Non se ne accorse
Pierino; non capì. Spesso suo nonno
gli avea detto: “Pierino,
presto, domani forse,
morrò: questo tuo povero nonnino
che ti voleva tanto tanto bene,
non lo rivedrai più...„ Sì; ma Pierino
non lo capiva un sonno
che non ha caffè e latte al suo mattino!

     Un prete andava innanzi mormorando
le sue preghiere. Verde era e fiorita
la campagna, odoravano le siepi.
Alcuni vecchi raccogliean la voce
del prete con un brontolio discorde.
Una vacca aggiaccata sopra un greppo
li guardò coi suoi grandi occhi materni.
Dietro l’umile cassa era il piccino.
Si giunse al camposanto solitario
cinto d’una macèa verde di felci,
senza cipressi, senza monumenti,
pieno solo di croci e di fiorranci.
S’entrava da un cancello, che la notte
si chiudeva. Alle verdi aste di legno
s’attorcigliava un’edera. Pierino
(perchè mai?) si fermò con gli occhi fissi
a riguardare il tremulo cancello.

Dopo due mesi... — “Brutto!
sudicio! sporco! Non si può guardare!
Via! Non lo voglio a tavola. Oh! ecco