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Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/23

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INVOCAZIONE ALLA MUSA


L’
ira, o Dea, tu canta del Peleìade Achille

funebre, causa agli Achei già d’infiniti dolori:
ch’anime molte d’eroi si gittò innanzi nell’Hade,
mentre gli eroi lasciava che fossero preda de’ cani
mensa per gli uccellacci — di Giove era anche la voglia —
sino d’allor che prima si separarono in lotta
d’Atreo il figlio, signor delle genti, ed il nobile Achille.

preghiera

“Odimi, o Arco-d’argento, che intorno sei visto di Chryse,
come di Cilla la sacra; che Tenedo regni e proteggi;
ch’hai le saette che liberano! se ti feci un bel tempio
mai, se mai arsi per te, non lasciandone parte, gli spicchi
grassi di tori e di capre, adempiscimi un voto che faccio:
Paghino i Danai queste mie lagrime con le tue freccie„.

l’arrivo del dio punitore

Scese di là, dalle vette d’Olimpo, adirato nel cuore,
l’arco sugli omeri avendo e faretra dal doppio coperchio.
Ecco e squillarono i dardi su lui, nello sbalzo dell’ira,
quando si mosse a venire, e veniva sembrando la Notte.