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dall’iliade di omero 31

che a te di fronte mi stia: posso ucciderti ed esserne ucciso.
Ora facciamo tra noi, qua, gli dei testimoni; gli dei
i testimoni de’ patti, i custodi migliori saranno.
Te crudelmente non io tratterò, quando a me la vittoria
Giove conceda, sicura, quando io la tua vita mi prenda:
ma come avrò la famosa predato armatura d’Achille,
ecco, il tuo corpo agli Achei renderò. Tu lo stesso farai„.
     Con un’occhiata di sbieco gli disse il piè-rapido Achille:
“Ettore indimenticabile, a me non parlare di patti!
Come non mai da’ leoni con gli uomini si usa giurare,
nè tra lor hanno benevolo i lupi e le pecore il cuore,
anzi continuamente, l’un l’altro si pensano morte;
nulla può darsi tra me, d’amichevole, e te, nè tra noi
mai giuramenti saranno, se prima non l’uno dei due
cada e il fierissimo dio della guerra satolli di sangue.
D’ogni tua forza ricòrdati! or sì che davvero t’è d’uopo
essere il buon lanciatore, l’intrepido guerreggiatore!
Non c’è più scampo per te, poi che in breve te Pallade Atena
con l’asta mia domerà. Ora tutti in un tratto i miei crucci
tu pagherai, de’ compagni che a furia di lancia uccidesti!„


i due primi colpi

     Disse, e vibratala, avanti scagliò la lunga ombra dell’asta.
Videsela nel cospetto e scansò così Ettore illustre,
chè si abbassò; e la lancia di bronzo volò sopra lui,
e si ficcò nella terra; ma Pallade la strappò via
e la ridiede ad Achille, non vista al pastore di genti
Ettore; ed Ettore allora al Pelide incolpabile disse:
“Tu m’hai sbagliato, nè ancora, agli dei similissimo Achille,
tu lo sapevi da Giove il mio fato, e pur sì, lo dicevi.
Oh! ma tu eri un eroe da parole, un cotale ciarlone,
perchè temendo di te mi scordassi il coraggio e la forza.