Pagina:Pastor fido.djvu/183

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   Sposa il mattino, e vittima la sera?
   Ni.Deh non penar più Ninfa.
   A che tormenti indarno
   E te stessa, ed altrui?
   E tempo homai che ti conduca al tempio.
   Nè’l mio debito vuol, che più s’indugi.
   Am.Dunque à Dio care selve
   Care mie selve à Dio.
   Ricevete questi ultimi sospiri,
   Fin che sciolta da ferro ingiusto, e crudo
   Torni la mia fredd’ombra
   A le vostr’ombre amate.
   Che nel penoso inferno
   Non può gir innocente,
   Nè puo star trà beati
   Disperata, e dolente.
   O Mirtillo, Mirtillo
   Ben fù misero il dì, che pria ti vidi,
   E ’l dì, che pria ti piacqui;
   Poi che la vita mia
   Più cara à te che la tua vita assai
   Cosi pur non dovea,
   Per altro esser tua vita,
   Che per esser cagion de la mia morte.
   Così, chi ’l crederia,
   Per te dannata more
   Colei, che ti fu cruda
   Per viver’innocente.
   O per me troppo ardente,


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