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i cavalleggeri di monferrato 139

III.


A Porta Vercellina. — Dolcezze del rivedersi. — Baci patriottici. — Che momenti! — Ai giovani ufficiali. — Desenzano. — I tre Eserciti in campo. — L’alba del 23 giugno — Una visione. — Re e Imperatore. — Avanzata generale. — Tattica di Napoleone. — Economia di ore. — Azione dei Cavalleggeri Monferrato.


Ed ora, poichè la ruggine della memoria ci rende forso ingrati, e, nostro malgrado, obliosi verso qualche altro nome che ci sfugge, lasciamo il terreno di Montebello, e facciamo un salto fino al giorno 7 di giugno; quando tutto il nostro reggimento riunito venne ad occupare, sotto le mura di Milano, i bastioni di Porta Vercellina, ora Magenta.

Che giornata fu quella!

L’annuncio del nostro arrivo era corso, fulmineo, per tutta la città. La quale s’era ivi precipitata a farci festa. Festa, aumentata dal fatto che il reggimento Cavalleggeri di Monferrato contava, suppergiù, una ventina di volontari, la massima parte milanesi, o lombardi.

Questi avevano, come si è già detto, quasi tutti lasciata Milano nel mese di febbraio, poco dopo il famoso: — Guerra guerra! della Norma, al teatro della Scala.

Si era fuggiti alla spicciolata, fra l’ombre della notte, chi per terra a piedi, chi in biroccio travestito, chi in barca, traversando magari il Ticino fra le reti di un pescatore; chi su su, per valichi difficili e pericolosi, coi gendarmi alle calcagna, camminando a stento fra le nevi alte del Monte Generoso; lasciando, la maggior parte di noi, insalutati i nostri cari, senza manco pensare se, e quando, li avremmo ancora riveduti.

E rivederli nel giorno più bello della vita di un popolo; nel giorno della sua liberazione! Rivederli nel momento che per le vie, per le piazze, nei privati e pubblici ritrovi, echeggia entusiastico il grido di libertà: e, dappertutto, musiche e fanfare mandano al cielo i loro inni patriottici; e dai balconi, e dai terrazzi, e dai campanili, sventolavano all’aria i tre colori, — pochi momenti prima pretesto a sevizie, a processi,
a prigionie, a morte; rivederli nel giorno che all’ali aperte delle aquile straniere, sono sostituite — delizia a vedersi! — le penne dei bersaglieri di Crimea; e all’unghia ferrata del cavallo nordico, la cornea robusta dell’agile destriero di Sardegna... E sorrisi, e canti, e gioia irrefrenata dentro tutti i cuori, su tutti i volti.... — Rivederli in quel giorno, che conforto, che dolcezza, che delirio!