Pagina:Patria Esercito Re.djvu/223

Da Wikisource.

i cavalleggeri di alessandria 205
Seguono i nomi degli ufficiali e soldati morti e feriti, e le decorazioni da questi conseguite nei
diversi fatti d’armi cui avevano preso parte.

A destra e sinistra della lapide, si vengono a collocare i due stendardi; dei quali il più antico rammenta la guerra di Crimea, e l’altro la Sesia e Villafranca. Il primo è portato dal capitano aiutante maggiore Solaro del Borgo, il secondo dal sottotenente Lorenzo Spadaccini, Portastendardo del reggimento.

Sindaco ed assessori appendono una corona alla lapide, come omaggio della città.

Schierato il reggimento su tre lati, il colonnello Greppi sguaina la sciabola, e dato l’attenti! addita la lapide, e a voce alta e vibrata dice:

“Cavalleggeri! — nel cinquantesimo anniversario della formazione del reggimento, io affido a voi questa lapide, nella quale stanno scolpiti i nomi di coloro che ci hanno preceduto, e che, combattendo valorosamente, caddero morti o feriti sui campi di battaglia, per il Re e per la Patria!

Leggete sovente quei nomi, perchè v’abbiano a rimanere impressi nella mente e nel cuore come un ricordo e una promessa: il ricordo delle glorie passate — la promessa di glorie future.

Sono cinquant’anni che i primi cavalleggeri d’Alessandria giurarono fedeltà e devozione al Sovrano, colle stesse parole e lo stesso cuore col quale avete giurato voi.

Ripetiamo ora, davanti questa lapide, quel giuramento, perchè ci diventi doppiamente sacro, e lo accompagni quel grido che guida gli squadroni alla vittoria: il grido di Savoia! — Evviva Savoia!„

Un altro grido assordante, ripetuto da mille voci echeggiò per il vasto ambiente dopo le nobili parole del bravo colonnello. Il reggimento sfilò davanti agli stendardi e la parte militare della cerimonia finì.