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eroismo e sacrificio 269

Il principe Chigi — un’altra delle vittime illustri di Adua, col quale Luigi aveva stretta amicizia — il dì 29 febbraio, gli confidava: che qualche cosa di grosso stava preparandosi.

Altro che via del ritorno!.... Bastò quell’accenno perchè ogni idea di partenza svanisse come nebbia al vento!... Luigi, deposta la macchina fotografica, impugnò la carabina!

Quello che aveva predetto Chigi, avvenne!

Nella notte fra il 29 e il primo marzo, le truppe italiane iniziarono il movimento avanti. Luigi consegnò la carovana al suo compagno fotografo — signor Ledrù — e si portò dritto alla testa di un battaglione....

Il sole del primo di marzo illuminò la strage!

Che ne fu di Luigi Bocconi?.... Il fotografo Ledrù, miracolosamente scampato, fu quello che diede alla famiglia la prima notizia. Da Milano piovvero dispacci su dispacci; ma nè Baldissera nè Lamberti seppero dare nuove dello scomparso!.... I giorni si succedono ai giorni. Arrivano a Napoli i feriti. Vi si corre febbrili, palpitanti. Dio!... quali ansie!... Si cerca Luigi.... Luigi non c’è!.... Dal capitano Manassero, uno dei feriti, si sa soltanto, che Luigi si battè come un leone; che da tutti venne ammirato il suo slancio, il suo valore; che, mortogli sotto il cavallo, continuò a combattere in catena, coi soldati; che nella ritirata, egli il Manassero, aveva chiesto di lui, ma che nessuno seppe dargliene notizie.

Il sottotenente La Villa, della Brigata Da Bormida, disse d’aver visto Luigi nelle prime ore del mattino, e che ebbe anzi da lui alcune sigarette. Il maggior Salsa disse, addirittura, che il giovane Bocconi era morto! Però non seppe darne ulteriori ragguagli. Il generale Lamberti, il quale, in unione al capitano Angherà, diresse il seppellimento dei caduti, rispose ai telegrammi: “ch’era impossibile fare delle ricerche utili fra più di 3000 cadaveri di bianchi ivi giacenti; anche in causa del loro stato di putrefazione e dell’essere alcuni di questi divorati in parte dalle jene„. Non seppe dunque dire con certezza se il giovane Bocconi fosse morto. Anch’egli disse però che questi si era battuto da eroe; ciò che confermò anche il tenente colonnello Arimondi.

Il Generale Baldissera, il quale molto interessamento dimostrò per la sorte toccata al povero Luigi Bocconi, informava d’aver ricevuto ad Adi-Ugri un telegramma da Keren, del tenente Maggiani, che diceva: “Vidi Bocconi alle ore 16. Sparava tra gli ascari miei e la compagnia del capitano Marchisio, del 10° Bersaglieri. Era incolume. Iniziata poco dopo la ritirata, non lo vidi più„. Anche il colonnello Ragni, vide Luigi fino alle dieci, circa, che tirava a fuoco accelerato; e, siccome questo poteva compromettere l’azione, l’aveva invitato a tirare a fuoco lento. Aggiunse di averlo poi veduto ripulire, poco lontano, con molta calma la sua carabina, e rimettersi a tirare a fuoco lento come egli aveva ordinato.