Pagina:Patria Esercito Re.djvu/42

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24 parte prima

mente al servizio Austriaco, ed ai quali non si estende il perdono generale accordato da S. E. il Feld-maresciallo conte Radetzky, dovranno lasciare la città di Venezia, ed in generale l’Impero Austriaco; e si stabilirà, d’accordo col Municipio di Venezia, il modo del loro trasporto altrove, per via di mare, a carico del Municipio stesso.

VI. — Le persone di condizione civile, non native di Venezia, le quali non vi avessero già da tempo fissato il loro stabile domicilio, dovranno sollecitamente partire per la loro patria, sia nell’Impero, sia all’estero, promettendo loro che non avranno a provare la minima molestia.
VII. — Gli abitanti tutti di Venezia potranno liberamente rimanere in città, senza tema di molestie: ad eccezione di, al più, 40 persone, da nominarsi al momento della seguita occupazione; le quali dovranno lasciare la città assieme ai militari, come all’articolo III.

Queste sono le ultime condizioni, che S. E. il Feld-maresciallo conte Radetzky trova di accordare; ritenuto però, che, se entro otto giorni non vengono accettate, dovranno ritenersi come non avvenute.

Quando venissero accettate, basterà che ne sia fatto consapevole S. E. il tenente-maresciallo conte Thurn, comandante il II Corpo d’armata; ed in allora S. E. il conte Radetzky, si darà prontamente la cura di recarsi a Mestre per combinare la esecuzione, insieme ai Commissarii che verranno spediti come incaricati di assistervi.

Io pure vi assisterò, e mi sarà sommamente grato di avere contribuito a salvare Venezia da quei disastri, ai quali, colla guerra, avrebbe dovuto miseramente soggiacere.

Milano, 23 giugno 1849.

L’I. R. Ministro del commercio
De Bruck„.




A queste condizioni finali, susseguì, per ultimo, la seguente spartana risposta:


Eccellenza!

Ho comunicato all’Assemblea dei rappresentanti, il rapporto che i signori Calucci e Pasini fecero al Governo, intorno alle conferenze avute con V. E. in Verona i giorni 21 e 22 giugno, e la lettere che mi faceste l’onore di scrivere il dì 10 da Milano; e l’Assemblea stessa, nella