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42 | parte prima |
al fulgore di un trono, non poteva trovar nei continuatori delle sue glorie più solleciti e più leali interpreti.
Chè, per fortuna d’Italia, la ingratitudine e l’oblio non mettono radici nel cuore dei suoi Re!
A voi, reduci carabinieri, a voi viventi avanzi di glorie e sacrifici passati; a voi, difensori della patria, del diritto e dell’ordine, nelle cui vene freme ancora il buon sangue latino cantato dianzi dal poeta; a voi, eredi legittimi dei Carabinieri di Pastrengo e di Novara; a voi, al vostro stendardo, renda anch’essa il suo saluto militare la spada di quel Re, che da Carlo Alberto, da Vittorio Emanuele, e Umberto I, ereditava, insieme alle glorie leggendarie della propria Casa, il cuore buono, leale e riconoscente dei principi di Savoja.
Davanti alla loro effigie inchiniamo noi pure i Tre Colori del nostro vessillo; al saluto della spada regale, risponda il lungo affettuoso saluto del nostro cuore.
Un saluto che riassuma, in un sol grido, questa per noi santa Trinità della terra:
Patria — Esercito — Re!
