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1943 241


Il tuo è un classicismo rustico che facilmente diventa etnografia preistorica.

15 giugno.

Riprendendo il 31 agosto ’42. L’infanzia non conta naturalisticamente, ma come occasione al battesimo delle cose, battesimo che ci insegna a commuoverci davanti a ciò che abbiamo battezzato. A qualunque età possiamo battezzare. Ma occorre essere tanto ingenui da credere che questa trasfigurazione sia la conoscenza oggettiva. Per questo di solito soltanto l’infante ci riesce. Qui sta la spontaneità non della poesia (che è una storiella) ma dello stato prepoetico, quello che fornisce il materiale (che è necessaria). La spontaneità dell’ispirazione, che è tutt’altro dal poetare (cfr. 10 febbraio ’42).

30 giugno.

(3 giugno, II). Alle radici componenti della tua classicità aggiungi la mania astronomica delle stelle, ch’era mania di bei nomi. Essa si legò subito meravigliosamente alle prime letture classiche (Georgiche): Ante tibi Eoae Atlantides abscondantur... e anche a D’Annunzio (Maja).

Il voluttuoso di cui parlavi il 20 aprile 1936 ti si è spostato dal campo della sincerità passionale a quello della indagine professionale sui ricordi. Smetterla e agire.

2 luglio.

Oltre il sogno del 22 giugno1, stanotte sognato tipico. Dopo una recita fatta da me solo in enorme teatro, applauditissimo, pre-

  1. Di questo sogno non si trova traccia nel manoscritto (alcuni dei sogni precedenti erano scritti a matita su foglietti piegati, a parte) [N. d. E.].