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20 novembre.

Caduta di G. T’importa?
Amore come l’hai sempre voluto. T’importa?
Celebrità solitaria. T’importa?
Si può continuare.

Nascono pensieri precisi, nuovi, stilizzati, efficienti. Maturità. Se l’avessi saputo quando smaniavi (’36-’39)! Adesso il rovello è che tutto ciò finirà. Prima anelavi d’averlo, adesso temi di perderlo.

Hai anche ottenuto il dono della fecondità. Sei signore di te, del tuo destino. Sei celebre come chi non cerca d’esserlo. Eppure tutto ciò finirà.

Questa tua profonda gioia, questa ardente sazietà, è fatta di cose che non hai calcolato. Ti è data. Chi, chi, chi ringraziare?

Chi bestemmiare il giorno che tutto svanirà?

24 novembre.

Caduta di B. «Ci vuole una base d’onestà» dice... Non l’ho mai detto, ma l’ho sempre praticato senza saperlo. Per timore delle complicazioni. Per quieto vivere. Perché non spendo, non raccolgo donne, non scendo al grand hôtel ecc. — se non per non avere la noia di vincere il disagio di questi sforzi? Ecco, non ho facilità di vivere in grande — ci patisco. Questione d’educazione. Ma non ho nemmeno le esigenze cui sono stato avvezzo — il modesto benessere, il vestire in ordine, il buon nome — quelle di mostra ho bensí quelle di sostanza: la tranquillità solida del domani. Dunque la mia onestà è interessata. Che senso avrebbe altrimenti?

Oggi, prima copia dell’Estate. Bella. Verginale. Festa rispettosa dei colleghi. Posizione d’arrivato. Dato consigli, dall’alto dell’età, al giovane Calvino: mi sono scusato di lavorare molto bene: anch’io alla tua età ero indietro e in crisi. Qualcuno mi ha mai fatto questo discorso quando avevo venticinque anni? No, sono cre-