Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/107

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preso davanti alla vetrina che non aveva neanche toccata... Sei fortunato tu, — dice guardandomi.

— Io sono soltanto un meccanico, e fuori dall’officina non so far niente.

— Sai fare molte cose, — diceva lei, senza levarmi la mano di dosso, — sai cavartela meglio d’un altro.

Si vede che in tutto quel mese non aveva trovato nessuno: si vedeva dagli occhi e da quel rosso dei capelli non piú ripassati. E adesso capivo perché aveva ritirato le camicie: cosí il primo che usciva correva da lei.

— Fa effetto uscire e vedere le donne vestite da estate, — le dico in faccia.

Lei ride sicura del colpo, e mi chiede: — Dove dormi stanotte?

— Stanotte non dormo, — dico guardandola.

Mi lasciò il braccio e allargò gli occhi. Credeva di fare la furba. Talino, ci vuole per loro.

— Va bene, — le dico poi, mentre ci alziamo. — Allora vengo a prendere le camicie.

Per strada — era già sera — le raccontai come avevo imbarcato Talino. Lei mi teneva a braccetto e rideva e non si vergognava della barba che avevo.

Su per le scale mi chiede se era lei la prima donna che venivo a trovare. E mi fa: — Cosa direbbe Pieretto se lo sapesse! — Direbbe che sei sempre la stessa, penso io.

Di sopra, mi feci la barba in cucina, parlando con Michela che andava e veniva nella stanza da letto. Si soffocava anche lassú. La cucina era un buco da gatti, c’era una giacca di Pieretto al muro, e io pensavo che quando lo avevo conosciuto credevo che la sua ragazza l’avesse sposata.

Nella stanza lei era distesa sul letto e fumava, in libertà. L’avevo appena vista, che spense la luce. Ebbe ancora il coraggio di dirmi: — Se Pieretto sapesse!...

Se Pieretto sapesse gli rincrescerebbe piú per me che per te, perché tutta la colpa era della prigione; e soltanto le donne non hanno bisogno di andare in prigione per tradire un amico.

Per non far storie aspettai che dormisse, poi raccolsi le camicie e me ne andai. Non so perché non rimasi fino all’indomani mattina, ma mi rivoltava anche l’odore e poi faceva troppo caldo. Esco e, senza accorgermene, stanco come una bestia vado verso la sta-


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