Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/132

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— Ma non siete in lite con quelli del Prato?

— Gli parlava una volta, — dice adagio Talino. Poi mi conta che Ernesto del Prato voleva prendere lui la macchina da battere il grano, ma Pietro e Adele avevano convinto Vinverra che conveniva a loro. E adesso a quelli del Prato toccava battere il grano con la nostra macchina e ce l’avevano a morte.

— Dov’è la cascina del Prato?

Era in fondo alla piana, dietro a quelle albere.

— E se Ernesto del Prato ti trova, ce l’ha con te?

— Sí, ma non mi tocca perché vuole sposare Gisella.

Mi fermo e gli dico: — Sei un vigliacco bastardo. Perché non mi hai detto a Torino che sei tu che hai bruciato la Grangia?

— Se lo dicevo non venivi piú.

Mi fermo un’altra volta. — Non vi ho mica sposati. Me ne vado domani.

— Dove?

Volevo rispondergli: — Alla fabbrica della luce, — poi ci penso e capisco che anche quella era stata una storia e mi ricordo di quel Berto che l’aveva guardato male, solo a parlarne.

— Sta’ bravo, Berto, — mi dice Talino, come fossi il suo socio, — non hai lavoro neanche a Torino, e Torino è lontano. Qui stai bene e guadagni dei soldi e vedrai che ti piace.

Arrivando in paese, c’era il sole negli occhi che non lasciava vedere le case, e dalla rabbia dico a Talino: — Tu va’ in caserma col tuo foglio, e fammi vedere dove sono i tabacchi — . Talino ride e si mette a salutare questo e quello sulle porte, e io dietro. Vedo un’osteria, un calzolaio, delle stradette sporche che davano su un muretto fresco, dove vado a sedermi, e gli dico: — Fa’ presto, ti aspetto qui — . Ero di costa alla collina, che non si vedeva, e si vedeva invece tutta una piana sotto il sole, che sembrava addormentata. Eravamo saliti bene, perché di là si vedeva, scommetto, fino a Torino. Lontano, c’erano le montagne.

Avevo ai piedi le cime delle magnolie di un giardino. Tra le foglie sentivo parlare e intravedevo del bianco, e ancora adesso mi chiedo se è possibile che qualcuno avesse una villa in quei posti. Si vedeva anche un pezzo di tetto rosso e pulito, e quasi quasi avevo voglia di saltare sulle piante e scender giú e capitare davanti a chi ci fosse. La voce che saliva era di donna.


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