Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/232

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Sei stato consegnato, — disse Guido carezzandole con le dita i capelli.

In quel momento alle spalle le accesero la luce, e Ginia lasciò cadere la tenda e fissò il quadro del melone.

Per mangiare, aspettarono che l’ambiente si scaldasse. A girare cosí col soprabito e le mani in tasca, pareva di essere al caffè. Rodrigues si versò da bere, e ne riempí altri tre bicchieri. — Non cominciare, — disse Amelia. Rodrigues disse che cominciare bisognava. Poi portarono il tavolo vicino al sofà, piano per non versare i bicchieri, e Ginia fece in tempo a sedersi sul sofà con Amelia.

C’era del salame, della frutta, dei dolci, e due fiaschi. Ginia pensava se eran quelle le feste che Amelia faceva una volta con Guido, e glielo chiese, dopo aver bevuto un bicchiere, e quelli ridendo cominciarono a raccontarsi tutte le commedie che avevano fatto là dentro. Ginia ascoltava invidiosa e le pareva di esser nata troppo tardi e si dava della scema. Capiva che i pittori vanno trattati ridendo perché fanno una vita diversa dagli altri, tant’è vero che Rodrigues che non dipingeva stava cheto e masticava o, se diceva la sua, prendeva soltanto in giro. Guardava lei sotto sotto, malizioso, e tutta la rabbia perché Guido s’era divertito con Amelia, Ginia la covava contro di lui.

— Non sta bene, — disse piagnucolosa, — raccontarmi queste cose a me che non c’ero.

— Ma stasera ci sei, — disse Amelia, — divertiti.

Allora a Ginia venne voglia, ma una voglia terribile, di esser sola con Guido. Eppure capiva di avere quel coraggio soltanto perché Amelia era seduta lí vicino. Diversamente, sarebbe scappata.

«Non ho ancora imparato a star tranquilla, — ripeteva. — Non devo commuovermi».

Poi gli altri accesero le sigarette, e gliene diedero una. Ginia non la voleva, ma Guido venne a sedersi accanto a lei e gliel’accese e le disse di non respirare. Gli altri due facevano la lotta sull’angolo del sofà.

Allora Ginia saltò in piedi scostando le mani di Guido, posò la sigaretta e attraversò lo studio senza parlare. Alzò la tenda e si fermò in piedi nel buio. Dietro di lei parlavano come un ronzio lontano. — Guido, — bisbigliò senza voltarsi, e si buttò su quel letto, a faccia in giú.


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