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Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/349

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Viaggiavo a Novara, a Saluzzo, a Casale. Lui mi portava con la moto qualche volta. Partivamo al mattino. Io visitavo le clienti.

Mi raccontò come l’aveva conosciuto l’anno prima. Era andata in Riviera a portare i modelli. Aveva fatto un bagno in mare e dimenticato sulla spiaggia la sciarpa celeste. — È bellissima, — disse. — Non si trovano piú — . L’indomani era andata a vedere la corsa. Arrivò un tale lungo lungo e gli spuntava dalla giacca di cuoio una seta celeste. — Quella sciarpa è la mia — . Amelio se l’era tolta e annusata e aveva detto: — Vediamo, — poi le aveva annusato la spalla. — Ha ragione — . Cosí era stato il loro incontro.

— Non sapevo che Amelio conosce i profumi.

— Amelio è in gamba.

Quella sera ballando cercavo il profumo di Linda e avrei voluto essere al mare, essere al sole insieme a lei, e svegliarmi al mattino con lei, prendere il treno, lavorare e girare e sapere ogni cosa, quel ch’era stata con Amelio, quel ch’era stata da bambina, sapere tutta la sua vita. Linda s’accorse che le mani mi tremavano, e si fece baciare, e mi prese a braccetto tornando a sederci. — Cos’hai? — mi chiese rossa in faccia.

Tutto successe quella sera — ricordo che Linda era molto agitata. Quella sera incontrammo Lubrani. Nel locale certe volte qualcuno ci faceva un saluto, ma per nessuno Linda aveva mai gridato. Lui venne fino al tavolo, e le disse: — Sei qua.

Linda diede una voce e gli prese le mani. Io vidi appena ch’era grosso, un omaccio di sangue, con baffi e paltò. Cominciarono un gioco di botta e risposta, e finí che dovetti allungargli un saluto e il cameriere venne a prendere il soprabito.

Disse: — Lubrani, — e si sedette. Parlò con Linda e mi squadrava. Parlava lui. Linda rideva. Era di quelli che parlando sembra che facciano il solletico alle donne. Era venuto per ballare, era venuto per vedere. Per trovare qualcosa. Si toccava i capelli e diceva: «Sono grigi».

Linda gli disse che dappertutto si trova. Se lo covava a bocca aperta. Lui la guardò con l’aria dubbia. — Tu hai trovato qualcosa, — borbottò dentro i baffi. — Fammi ballare questo giro.

Abbracciandolo, Linda mi mandò un saluto con la mano, e allora rimasi a guardarli, incerto, ascoltando la musica e i passi. E intanto pensavo alle piante di fuori, alla strada fredda, e tutte le sale da ballo, e chi rideva, chi godeva, chi aveva dei soldi, ma


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