Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/359

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bero mai fare questi discorsi. Sentii la voce di Momina indurirsi. Sentii la smorfia con cui disse:

— Questa storia.

Dovetti spiegarle ch’era soltanto questione dei loro discorsi. Che mi pareva che Rosetta fosse già troppo malcontenta da sé, per ascoltare le sue uscite beffarde o cattive. Che tanto valeva non toccarle la piaga. Parlavo e sentivo che parlare era sciocco. Momina non aveva nemmeno bisogno di atteggiarsi la faccia, faceva un verso con la gola seguendo le mie parole.

Disse alla fine, con freddezza: — Tutto qui?

— Senti, si passa la giornata a mettere il naso negli affari degli altri. Che almeno a qualcosa serva. Ti ho detto la mia.

— E quella stupida Mariella...

— Mariella non c’entra. È un discorso tra noi.

— Non ti ringrazio.

— E chi ti chiede ringraziamenti?

— Capisco.

Poi, come niente fosse, si parlò di quello che avremmo fatto la sera.


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