Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/449

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alzare la voce. Fuori il cane si dibatteva e urlava. Sentii guaire, un colpo sordo, urli acuti — gli avevano dato.

Io intanto vidi. La vecchia era seduta sul saccone contro il muro, ci stava rannicchiata di fianco, mezzo in camicia, coi piedi neri che sporgevano, e guardava la stanza, guardava la porta, faceva quel verso. Il saccone era tutto rotto, e la foglia usciva.

La vecchia era piccola, la faccia grossa come il pugno — quei bambinetti che borbottano a pugni chiusi mentre la donna canterella sulla culla. C’era odore di chiuso, di orina stantia, di aceto. Si capiva che quel verso lo faceva giorno e notte e nemmeno sapeva di farlo. Con gli occhi fermi ci guardò sulla porta, e non cambiò tono, non disse niente.

Mi sentii la Rosina dietro, feci un passo. Allora le cercai gli occhi e stavo per dire. «Questa muore, cos’ha?» ma la cognata non rispose al mio gesto, disse invece: — Se si contenta, — e diede mano a una sedia di legno, me la mise davanti.

La vecchia gemeva come un passero dall’ala rotta. Guardai la stanza ch’era cosí piccola, cambiata. Soltanto la finestretta era quella e le mosche che volavano, e la crepa della pietra sul camino. Adesso sopra una cassa contro il muro c’era una zucca, due bicchieri e una treccia d’aglio.

Uscii quasi subito, e la cognata dietro come un cane. Sotto il fico le chiesi cos’aveva la vecchia. Mi rispose ch’era vecchia e parlava da sola, diceva il rosario.

— Possibile? non si lamenta di dolori?

Alla sua età, disse la donna, sono tutti dolori. Qualunque cosa uno dica, è lamentarsi. Mi guardò per traverso. — Ci tocca a tutte, disse.

Poi si fece alla proda del prato e si mise a urlare «Cinto Cinto», come se la scannassero, come se piangesse anche lei. Cinto non venne.

Uscirono invece Nuto e il padre, dalla stalla. — Avete una bella bestia, — diceva Nuto, — le basta la vettovaglia di qui?

— Sei matto, — diceva il Valino, — tocca alla padrona.

— Come sono le cose, — disse Nuto, — un padrone provvede la vettovaglia per la bestia, non la provvede a chi gli lavora la terra...

Il valino aspettava. — Andiamo andiamo, — disse Nuto, — abbiamo fretta. Allora vi mando quel mastice.

Scendendo il sentiero mi borbottò che c’era di quelli che avreb-


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