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capitolo secondo 109

francese era pressato dalla interpellanza che il deputato Thiers gli indirizzava il 2 maggio intorno ai gesuiti. Per il che il Re aveva rivolto al nunzio pontificio monsignor Pomari — il quale era andato a Neuilly a querelarsi con Luigi Filippo dell’attitudine e degli impegni presi dal ministero alla Camera dei deputati rapporto alla Compagnia di Gesù — parole risolute e quasi minacciose, dicendo, che se il Papa non si risolveva a far uscire i gesuiti di Francia, valendosi della sua suprema autorità ecclesiastica, «egli non rischierebbe la sua corona pei gesuiti»1.

E, contemporaneamente, Pellegrino Rossi, dopo avere abilmente preparato l’ambiente, era venuto, a Roma, ai ferri corti e aveva, dopo un colloquio di due ore col Cardinale Lambruschini, preparato un memorandum da presentare officialmente al governo pontificio sull’ardente questione, allo scioglimento della quale, secondo i desiderii del governo francese, giovava, ora, mirabilmente, il colloquio avuto dal Re Luigi Filippo col nunzio monsignor Pomari2.

Il memorandum di Pellegrino Rossi, conciso, limpido, energico, costituisce un nuovo e splendido documento della vigoria meravigliosa di quel suo felicissimo ingegno. Quel documento, «le cui dichiarazioni erano così positive, le conclusioni così precise, gettò e mantenne per tre settimane la Corte di Roma nella più viva perplessità. Ugualmente turbati il Papa e il Cardinale Lambruschini respingevano, come un amaro calice, Tuno la responsabilità della decisione che doveva prendere, l’altro quella del consiglio che doveva dare»3.

Si radunarono congregazioni di Cardinali, lunghi colloqui si tenevano fra il Papa e il suo segretario di stato per gli affari esteri ed interni, e tutti esitavano, si contorcevano, nicchiavano, ma Pellegrino Rossi continuava a incalzare coloro, con grandissima arte ed abilità.

«Ho riveduto questa mattina» — scriveva egli il 21 giugno —

  1. Lettera del ministro Guizot a P. Rossi, del 19 maggio 1845, nelle Mémoires del Guizot stesso, loc. cit., pag. 414.
  2. Lettera di P. Rossi al ministro Guizot, del 28 maggio 1845, nelle Mémoires del Guizot stesso, loc. cit., pag. 417.
  3. F. Guizot, Mémoires, ecc., loc. cit., pag. 427.