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Nel render conto di tutti questi fatti al Rossi il Guizot gli scriveva queste parole che credo importantissime e meritevoli di speciale rilievo: «Io ho ripreso la conversazione col Re. Io ho discusso a lungo col duca De Broglie: siamo tutti della stessa opinione. Bisogna prender tempo per sventare l’intrigo e vincere la nostra battaglia. Vivete tranquillo sul resultato definitivo; 0 vol.resterete a Roma come vi conviene di restarvi, o ritornerete qui con splendore per prender posto nel gabinetto. Il Re è disposto che meglio non potrebbe essere in vostro favore; persuaso di aver bisogno di voi è deciso a sostenervi nel suo interesse. Ma come - dice egli - trattare il Papa peggio delle altre Corti a cui non si impone punto un ambasciatore? Aiutatemi dunque voi mio caro amico, come io vi aiuterò: fate comprendere a Roma che voi siete, per loro, l’ambasciaiore più desiderabile, il più utile, il più efficace, e che se essi avessero spirito, essi vi dovrebbero chiedere. Io vi ripeto che noi giungeremo, per voi o all’uno o all’altro dei resultati che sono degni di voi, cioè o ambasciatore a Roma o ministro a Parigi»1.

Pellegrino Rossi si aiutò a Roma con grande destrezza, e, col mezzo del padre Isoard, il quale parlò di nuovo col Cardinale Lambruschini e col Papa, ottenne che fosse accettata la composizione proposta: la Francia avrebbe a Roma un ambasciatore e non una ambasciatrice.

Il 5 maggio 1846 il Rossi scrisse una lunga lettera al ministro Guizot in cui gli raccontava tutte le industrie e le astuzie adoperate per riuscire a tale risultato e lo avvisava che la lettera di adesione era stata firmata dal Cardinale Lambruschini il giorno innanzi e che partiva con quello stesso corriere per la Francia.

Il 17 dello stesso mese Pellegrino Rossi era avvertito dal Guizot che la sua nomina ad ambasciatore era firmata e che avrebbe ricevuta la lettera che Io introduceva in tale ufficio al Pontefice col successivo corriere. Il 27 maggio, di fatti, la lettera officiale partiva da Parigi, ma quando essa giungeva a Roma, il Papa Gregorio XVI era morto.


  1. Lettera del ministro Guizot a P. Rossi, in data ‘20 aprile 1846, nelle Mémoires dello stesso Guizot, vol. VII, pag. 258.