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capitolo secondo 67

posteriori loro scritti sullo stesso importantissimo argomento, furono — come è noto — fortunati; anzi i loro libri e le loro idee furono condannate ed essi, per avere constatato altamente dolorose verità, onde sanguinava il popolo francese, e per aver proclamato un alto principio scientifico, caddero in disgrazia del così detto Gran Re. Anzi, in quella culla dell’economia politica, l’illustre magistrato di Rouen lasciava anche un altro elemento costitutivo della nuova scienza, con l’assegnazione del loro vero valore data ai metalli. Ai quali due elementi un terzo ne aggiunsero gli scritti e il sistema di Giovanni Law, il quale sistema, non per l’uso, ma per l’abuso del principio su cui si fondava, condusse alla terribile catastrofe economica del 1720, ma lasciò la cognizione della utilità e della importanza della carta moneta. La scienza economica, ancora in fasce, aveva trovato tosto conforto ed alimento nel Melon, che fissava una teoria tlegli scambi, e in quei tre grandi che furono il Gournay, il Quesnay e il Turgot, addirittura grandissimo, e dietro ad essi in Vittore Righetti di Mirabeau, nel Lemercier, nel Dupont de Nemours e nel Morellet, i quali - mentre in Italia il Galliani, l’Ortes, il Ricci, i Verri, con utili studii, si affaticavano attorno ai problemi economici - riprendendo e continuando l’opera del Boisguillebert e del Vauban, iniziavano e propugnavano le belle e sante dottrine della scuola fisiocratica. Certo il desiderio del bene e le intenzioni anche troppo filantropiche di quelle dottrine, la sete febbrile dell’emancipazione dell’agricoltura, del lavoro, dei commerci sollevavano i seguaci di quella scuola dalle regioni della realtà a soverchia astrazione di teorie; certo, per logica e legittima reazione contro il governo che, fin li, aveva, in Francia, prodotto tanto male, i seguaci di quella scuola esageravano le attribuzioni che volevano imposte al governo nell’opera di riparazione; e certo essi assegnavano troppa importanza al capitale e specialmente alla terra; ma, non ostante tutte queste esagerazioni, i principi! diffusi dalla scuola fisiocratica completavano quasi gli sparsi elementi della nuova scienza, entrata in una vigorosa adolescenza e alla quale ormai non mancava che una alta mente ordinatrice che a tutti quei principii e a quelle dottrine desse consistenza organica e complessiva concretezza.