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136 il processo di pellegrino rossi

pletamente sì, ma già acquisite alla storia, noi possiamo dalle risultanze del processo ritenere per fermo che, primo promotore e ordinatore della congiura fu Pietro Sterbini con la cooperazione diretta di Carlo Luciano Bonaparte di Canino, di Angelo Brunetti e di Pietro Guerrini. Vedremo più tardi da quali ragioni fossero mossi a macchinare quella uccisione quei quattro, da quali intendimenti e da quali considerazioni e esamineremo il grado di responsabilità di ciascuno di essi nell’omicidio di Pellegrino Rossi.

Altra resultanza amplissima del processo che conferma alla storia in modo irrefiutabile un altro fatto già da essa conosciuto è la serie di testimonianze — fra. le trenta e le quaranta — le quali provano come l’opinione pubblica, a torto o a ragione, fosse avversissima quasi ad unanimità a Pellegrino Rossi contro cui si sparlava da per tutto con accanimento — come asserì il Capo Agente Rosalbi sui concordi rapporti dei confidenti Badini, Cecchetti e Molari — in guisa che tutta Roma diceva dovunque male di Pellegrino Rossi — come affermarono il Mucchielli, il Rufini, il Pantaleoni il Volponi, il Mazzanti e molti altri testimoni, cosicchè rimane interamente consolidato questo fatto, già asserito da almeno sessanta degli accennati settantasette storici che si occuparono dei fatti del triennio 1846-1849, dalle narrazioni e considerazioni dei quali risultava già che il Rossi si era alienato gli animi dei clericali per la tassa a cui ne sottoponeva i beni e per le antiche diffidenze verso il carbonaro del 1814; si era alienato l’animo di tutti i patriotti e liberali per l’orrendo articolo schernitore di Carlo Alberto e del Piemonte e per la sua politica avversa alla lega per la guerra di indipendenza; e aveva raffermato nell’odio contro di sè i repubblicani, già ostilissimi a lui, con la chiamata a Roma dei Carabinieri, con l’arresto del Bomba e del Carbonelli e con altri atti che sembravano minacciare le istituzioni costituzionali.

Io ho dimostrato nel 1° volume di quest’opera come l’illustre statista, benchè ostinato nella erronea illusione di poter riconciliare il Papato e la libertà, Pio IX e gli Italiani, pur troppo separati dall’encicliea del 29 aprile, fosse pure