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158 il processo di pellegrino rossi

prima di pubblicarle nella Rivista d’Italia, perchè le inserissi nel primo volume di quest’opera; panzane e fanfaluche che io mi rifiutai di raccogliere, perchè io scrivevo e scrivo per spogliare la verità dalle leggende che vi si sono attorcigliate intorno e non per avviticchiarcene delle nuove, le quali, non solo non trovano alcun appoggio nei documenti e nelle resultanze processuali, ma sono completamente smentite dagli uni e dalle altre e soltanto avrebbero dovuto servire a dare un momentaneo rilievo e una fuggevole importanza al più oscuro e inconsapevole gregario di questa congiura, che era allora giovane di appena venti anni, senza ingegno, senza ombra di cultura, senza alcuna autorità, ignoto a tutti e il quale, per essersi recato, sia pure per invito dei Brunetti, sia pure nel modo da esso narrato, nell’atrio della Cancelleria, pretenderebbe infiltrarsi da sè a rappresentare per un momento una parte principale che le resultanze storiche precedenti e quelle emergenti dal processo assolutamente gli contendono.

Effettivamente negli atti fra le deposizioni dei testimoni che descrissero de visu la uccisione del Rossi ve ne sono nove le quali concordano in sostanza nel narrare la uscita del feritore del Rossi dall’atrio per la parte del Vicolo dei Leutari, accompagnato e protetto chi dice da tre, chi da quattro, chi da parecchi compagni in divisa di Legionari di Civici o in borghese: a queste nove deposizioni debbono aggiungersi le due rivelazioni del Neri e di Sante Costantini. Il Neri infatti dice che il Brunetti, vibrato il colpo si staccò con indifferenza dagli altri e si diresse per dentro il cortile per uscire dai Leutari. E, poco, stante aggiunge: Ranucci, un Filippo non so dei quali1 e un altro popolante guardavano le spalle al Brunetti perchè nessuno lo seguisse e inseguisse, il Ranucci anzi spianò una pistola contro chiunque.

E Sante Costantini nella sua rivelazione dice che il Brunetti, dopo colpito il Rossi uscì dalla parte dei Leutari accompagnato da Filippo Medori in divisa del Battaglione Universitario, da Raffaele e Filippo Pennacchini e da An-

  1. Era Filippo Medori, come risulta dalla rivelazione di Sante Costantini.