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capitolo decimonono 73

linee del sommario verbale quando il Grandoni, pur così fiero ed irruente, dice: se il signor Presidente ha pazienza e si vuol prestare — come sarebbe stato suo rigoroso dovere, del resto — io sono pronto a provare ecc.

Ma a ben altre sorprese sono riservati i lettori di que-, sto libro circa agli atti di questo Supremo Tribunale.

Il quale il 27 marzo tenne la sua seconda udienza come si rileva dal seguente verbale.

Lunedì 27 marzo 1854.

Aperta la seduta alla solita ora (9 antimeridiane) recitate le solite preci ecc., libero e sciolto è introdotto Sante Costantini, il quale ripete ciò che disse nei costituti. Arrestato ad Ancona mentre era sul punto di imbarcarsi ecc.

Era partito da Fuligno a istigazione degli zii, giunse a Roma il 5 o l’8 novembre ecc.

Ammette aver conosciuto di vista Angelo e Luigi Brunetti, Neri, Selvaggi, Ranucci; nel Veneto conobbe Grandoni: andò talvolta all’osteria Mattei, al fienile di Ciceruacchio per la distribuzione delle pistole per pattugliare ma dopo il 15 novembre 1848: non fu al Circolo popolare la sera del 14 novembre, non accompagnò Sterbini a casa; conosce Zeppacori.

Monsignor Procuratore Fiscale vuol sapere dove l’inquisito si trattenesse ieri, mentre si interrogava Grandoni.

Risponde: in una camera contigua alla camera di seduta in unione degli altri coinquisiti, compreso Zeppacori. Dio protegge l’innocenza, mentre lui ha inteso che Zeppacori si è ricreduto delle menzogne inventate.

Nega di essere stato ai pranzi al palazzo di Venezia, stette sempre al suo posto a San Pancrazio.

Nega le manifestazioni che Zeppacori afferma fattegli per la strada di Frascati.

Del resto si riporta ai suoi costituti.

È fatto ritirare.

È introdotto Alessandro Testa. Da Alessandro Folcari seppe come fu ucciso il Rossi e come i due Pennacchini fossero fra gli uccisori, afferma propriamente quelli che con le daghe dettero le puntate al Rossi stesso.