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Pagina:Penombre.djvu/65

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la festa e l'alcova 63

Gonnellino di moda eternamente!....
Vanne fanciulla, e oblìa nella tempesta
Delle note e dei salti il mar fremente
Nella mia testa;

L’amor, l’orgoglio oblia del tuo poeta,
Le sue lotte, i suoi sogni, e le sue pene,
Là nelle braccia della prima creta
Che danzi bene! —

Ella era uscita. La lucerna mia
Mi mandava una luce sepolcrale,
Fatta di sete e di malinconia,
Sul capezzale.

Ella era uscita. Pari a lungo e blando
Solco d’argento in coda a una barchetta,
L’effluvio suo mi addormentava, errando
Nella stanzetta.

Ella era uscita. Mi parea sentire
Gemere mestamente i contrabbassi,
Quasi vecchioni affannati a seguire
Giovani passi.

E gli immensi sognai lussi di pelle
In cui la faccia scioccamente prava
Ch’hanno gli amici delle donne belle
Si specchïava.

Gii scandagli sognai degli occhi abbietti
Fra le celate invan magnificenze;
I contatti sognai, gli sconci detti,
Le trasparenze!