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Pagina:Pensieri e discorsi.djvu/123

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l’èra nuova 111

fede antica? Ma se ella in tanti secoli non è riuscita a distruggere il lievito cattivo per il quale sono ora temute a un tempo guerre coloniali, nazionali ed etniche; di che ha ella trionfato? Canterò il vanto della scienza nuova? Ma se ella, con altri suoi mirabili e benefici ritrovati, ha pur fabbricato i battelli aerei, per cui deve piovere la distruzione dal cielo, e i battelli sottomarini, per cui dal fondo del mare la distruzione ha da erompere, di che, di che mai ella può vantarsi?



I.


No! no! il poeta aggiunge: io non potrei cantare con vera, profonda, sopraumana ispirazione, se non la bontà, se non l’integrazione del genere umano, se non l’ammansamento vero e perpetuo dei miei fratelli semiferi. E voi non siete meno fiere, o miei fratelli, perchè, con l’aiuto della Scienza, prolunghiate con l’acciaio del pugnale e della spada la portata delle vostre unghie, o aumentiate e allarghiate, col fragore funereo della bomba o del siluro, la potenza del vostro ruggito. E non siete meno fiere, o miei fratelli, se, col pur soave suggerimento della fede, rendete vana la scoperta che da fiere vi fece uomini: la lugubre ma benefica scoperta... che siete mortali.

Perchè fu quella, per usare una parola cara a uno degli ultimi e più soavi poeti della fede, fu quella la vostra ascensione; un’ascensione che, com’è il fatto di tali parole, non sapremmo dire se fu per il su o per il giù; vi trovaste sopra i bruti per il pensiero, e sotto, per la felicità. Oh! e voi aspiraste a discen