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Pagina:Pensieri e giudizi.djvu/107

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PENSIERI E GIUDIZI 89

Il popolo vuole che gli Istituti municipali di carità siano tolti all’amministrazione, alla tutela, alla custodia del clero, che ha generalmente la carità di Don Tubero che masticava lo zucchero ai malati.

E se le autorità fanno orecchie di mercante, parli il popolo e si faccia ascoltare civilmente, non con le violenze e i vandalismi che non fanno altro che screditare la causa della civiltà.


XIII.

Congressi, accademie! Lasciano il tempo che trovano. Una crociata ci vorrebbe: la crociata della Ragione, al grido di «Fuori i Barbari!» E non mi si parli di tolleranza, in nome di non so quale scienza. Chi ha fede nella libertà non deve tollerare questo malefico rinfrondare e rifiorire della mala erba cattolica; strapparla a ogni costo bisogna, dalla scuola, dalla casa, dalla coscienza. La Francia l’ha finalmente capito ed ha scovato le vipere. La terza Italietta si va invece gingillando e sollucherando all’idea d’un possibile passo a due fra la Chiesa e lo Stato, fra S. Agostino in coda di rondine e Carlo Darwin in piviale; e, tanto per cominciare recita il confiteor appiè della Santa Congregazione dell’Indice!

Dunque indarno, o Voltaire, il tuo sovrano
Sui consacrati errori
Ghigno scoccò? Fiammeggiò dunque invano
Campo di Fiori?

Io ho fede nei giovani; ma in tanto barcolla-