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28 MARIO RAPISARDI

XVII.

settembre 1907.

Che la giustizia esista, non è da dubitare; ma che stia di casa in Italia, nessuno, credo, oserebbe asserirlo.

Tutti i lavoratori, gemendo e fremendo, la invocano: Vieni, o santa, a darci il tozzo che ci spetta, a dare a ciascuno il frutto lagrimato del proprio lavoro, a pagare tutti egualmente e con la stessa moneta. Non indugiar troppo a fare il tuo dovere come noi abbiamo fatto e facciamo il nostro, non gingillarti per le vie fiorite, non civettare con gli Scribi e i Farisei, non cospirare coi tuoi falsi ministri, non prostituirti ai potenti, non ci ridurre a cercare salute nella disperazione. E provvedi subito alla nostra necessità, se non vuoi trovarci minacciosi e stecchiti, noi e i nostri figli, alla porta degli Epuloni concubinati con la fortuna e adorati in ginocchio dalla grufolante viltà.


XVIII.


Chi misura la grandezza di un popolo dalle cosidette forze di terra e di mare, dalle espansioni coloniali, dalla celerità dei commerci, dalla prosperità delle industrie, si potrà forse, studiando la Francia contemporanea in confronto alle altre regioni di Europa, consolare facilmente con le cifre delle statistiche.