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Pagina:Pensieri e giudizi.djvu/98

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80 MARIO RAPISARDI

e ci resta; non ai briganti tonsurati che dalle trappolerie di S. Tommaso la voglion ricacciare fra le reti di S. Ignazio. «Intangibile» sarebbe a te, ombra gloriosa di Garibaldi, se, levando la testa dalla terra, ove ti han costretto a giacere, osassi alzare la voce contro questo metro cubo di letame che ammorba Roma, che offende l’Italia, che sfida l’Umanità.


II.

Vorrei che gli onori che si rendono alla memoria di Giordano Bruno fossero indizio di risveglio nella gioventù italiana, gingillantesi per lo più in futili questioni letterarie, o strepitante per comizi e per circoli più o meno politici, o crogiolantesi, ch’è peggio, nella senile indifferenza che tanto piace e tanto giova ai nemici della libertà del pensiero. E tale indifferenza si maschera di tolleranza; e il ridicolo, che si spruzza sul volto di chi piglia ancora sul serio la questione religiosa, si chiama effetto di animi sereni troneggianti sull’Olimpo della scienza. Dio? È morto e sepolto da un pezzo. Le religioni? Specie mobili della coscienza, periodi oltrepassati per sempre dal pensiero umano. Il papato? Istituzione del medio evo, scalzata dai nostri pensatori del rinascimento, sfolgorata da Lutero, distrutta dall’aceto dei filosofi del secolo XVIII.

Belle parole.

E noi ci teniamo intanto il papa sul collo e