Pagina:Per il testo della Divina Commedia Barbi, 1891.djvu/24

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Commedia nel modo che il Mussafia proponeva, dando relazione dei codici di Vienna e di Stoccarda, è dovuta a più cause. È impossibile determinare a priori quali varianti lessicali e sintattiche porgano utile criterio classificativo, si che basti di esse un certo numero per determinare le relazioni fra i testi a penna. Ciò è tanto vero che pure il Täuber confessa che soltanto dopo un primo esame di tutti i manoscritti si potrà giudicare della maggiore o minore importanza d’una variante per la classificazione. Veniamo inoltre con un esame parziale a trascurare elementi, quali gli errori grossolani e le lacune, che sono preziosi per stabilire affinità fra i testi; poiché, come ben notava il Mussafia «un certo numero di errori (e lo stesso dicasi delle lacune) identici in due o più codici, non può essere meramente accidentale, ed è dato dedurne con sufficiente certezza, che o l’uno derivò dall’altro, tutti scesero da una fonte comune, che già conteneva quegli errori; in ambedue i casi, la loro affinità è fuori di dubbio». Ma c’è di peggio. Studiando le cause di mischianza nei testi, vediamo derivar essa ordinariamente da varianti marginali o da raschiature e correzioni in singoli luoghi: rarissimo (almeno per la parte più antica dei codici) dové essere il caso che uno studioso tenesse davanti due esemplari e seguisse or l’uno or l’altro con intendimenti critici. Può darsi quindi che un codice discordi da un altro in un numero limitato di punti, e in tutto il resto sia con quello uniforme. Or nota il Täuber, e la cosa fu pur da me osservata, che le varianti marginali, e così le sostituite con raschiature, principale causa di confusione delle tradizioni, sono appunto quelle che anche nella massima parte delle edizioni vengono segnalate,