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«La costruzione della nuova Biblioteca Nazionale è tale un fatto che interessa tutto lo Stato, e non soltanto Firenze; e sarebbe tempo che, dopo undici anni, dopo tutte le premure delle amministrazioni che si son succedute al Comune, si venisse infine alla soluzione.»

Taluni, per non prolungare le delusioni, domandavano che si prefiggesse al Governo un termine; come aveva previdentemente proposto il compianto avv. Goretti-Flamini, fin dal 16 Giugno 1885, nell’adunanza delle quattro Commissioni consigliari di cui abbiamo parlato sul principio di questa Memoria.

Presero impegno tutti i Senatori e Deputati intervenuti al Palazzo Vecchio di adoperarsi affinchè il Governo e il Parlamento non opponessero ulteriori difficoltà alla osservanza dell’antico impegno.

In pari tempo, il Sindaco, sulla fine dell’Aprile 1897, dirigeva una lettera al Presidente del Consiglio, nella quale invocava le assicurazioni date a voce e per iscritto dal Ministro Gianturco; e, mettendo in chiaro come fosse tempo di pensare alla custodia di tanta e così cara parte del patrimonio artistico e intellettuale dello Stato, osservava:

«Non sfugge per certo alla S. V. quanta sia la responsabilità del Governo, se ancora tarda a risolvere una questione concernente tre grandi istituti nazionali che sono vanto e fortuna della patria nostra ed interessano la cultura generale del mondo civile.»

Seguirono altre lettere del Gennaio 1898, in cui confermavasi che la Cassa di Risparmio di Firenze avrebbe anticipato la somma occorrente, rimborsabile in un lungo periodo, e all’interesse del 3,75 per cento; come risultava da una nobilissima offerta del Direttore cav. Martelli.