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stro dell’Istruzione Pubblica avesse disposto a termini di pratica esecuzione la doverosa iniziativa dello Stato, e fu soltanto il cambiamento del Ministero che tolse effetto a quanto era già convenuto, lo ricordo principalmente perchè sono ora tornati al potere quello stesso Ministro, e quello stesso Sottosegretario di Stato che aveva studiato ne’ suoi particolari, e venne un giorno in Palazzo Vecchio ad esporre, il disegno attuabile. Giovi da ciò trarre buon augurio, per il decoro, ripetiamo ad alta voce, non pur di Firenze ma d’Italia.

Mi confermo cordialmente,

suo dev.mo

Isidoro del Lungo.


Fu pure comunicata questa lettera del consigliere prof. Carlo De Stefani:

Lucca (Pievefosciana), 11 Ottobre 1898.

Ill.mo Signor Marchese,

Assente per cagione di salute, ho udito con vivo dolore le dichiarazioni del Governo e le dimissioni di V. S. e della Giunta. Lo sdegno e il dolore li ho sentiti non solo come amministratore del Comune ma come docente nel primario Istituto Fiorentino.

E inutile soggiunga come, più che mai in questo momento, io mi senta pienamente solidale con loro.

Voglia gradire i miei ossequi profondi.

Dev.mo

Carlo De Stefani.


Al principio della stessa seduta del 21 Ottobre il consigliere Alfani dichiarò che se avesse assistito alla tornata precedente, egli avrebbe di gran cuore votato l’ordine del giorno Corsini ed altri.

Il Sindaco diede comunicazione della seguente lettera del Prefetto di Firenze:

Firenze, 13 ottobre 1898.

«Informato il Ministero delle dimissioni presentate dalla S. V. Ill.ma e dalla Giunta e della deliberazione del Consiglio comunale in