Vai al contenuto

Pagina:Per li giocatori di pallone in Firenze l'estate dell'anno 1619.djvu/2

Da Wikisource.

139

Melpomene di fior sparsa le gote,
     E di neve il bel seno,
     Su l’Argivo terreno
     Già si fe gioco di volubil rote,
     5E per lo campo Eleo forti cursori
     Già travagliaro il piede,
     E corona si diede
     Allo studio gentil de’ lor sudori;
     Certo a ragion, perche virtù s’avanza
     10Ove ella di mercè prende speranza.

Ora su l’Arno a gioventù, che spande
     Sudore in giochi egregi,
     Melpomene quai fregi
     Deh dimmi, e quali si daran ghirlande?
     15Io così dissi; et ella indi rispose:
     Porgi gl’orecchi attenti;
     Io con giocondi accenti
     Cose dirotti al vulgo vil nascose;
     Poi su cetera d’or la bella Diva
     20Rosate labbra a queste note apriva.

Tempo già fu, che per li monti errante,
     E per le Frigie selve
     Guerreggiator di belve
     Un rapido garzon movea le piante;
     25Ben largo il petto, et allenato il fianco,
     Bruni gli sguardi, e vivi,