Melpomene di fior sparsa le gote,
E di neve il bel seno,
Su l’Argivo terreno
Già si fe gioco di volubil rote, 5E per lo campo Eleo forti cursori
Già travagliaro il piede,
E corona si diede
Allo studio gentil de’ lor sudori;
Certo a ragion, perche virtù s’avanza 10Ove ella di mercè prende speranza.
Ora su l’Arno a gioventù, che spande
Sudore in giochi egregi,
Melpomene quai fregi
Deh dimmi, e quali si daran ghirlande? 15Io così dissi; et ella indi rispose:
Porgi gl’orecchi attenti;
Io con giocondi accenti
Cose dirotti al vulgo vil nascose;
Poi su cetera d’or la bella Diva 20Rosate labbra a queste note apriva.
Tempo già fu, che per li monti errante,
E per le Frigie selve
Guerreggiator di belve
Un rapido garzon movea le piante; 25Ben largo il petto, et allenato il fianco,
Bruni gli sguardi, e vivi,