Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/38

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volti di persone amate, e gioie e sogni d’infanzia; forse mentre ella giaceva lì in silenzio con la bella persona in mesto abbandono, la sua anima vagava per i noti luoghi della sua patria, e rivedeva le cime delle sue belle montagne, e respirava l’aria purissima del suo cielo nativo, e nell’orecchio le sonavano come canti le voci del dialetto che primo imparò dalla madre.

Nata su quell’ultimo lembo della terra italiana, laddove due grandi nazioni si toccano e aspettano il giorno di stringersi con affetto fraterno la mano, ell’aveva nella fisonomia l’impronta d’entrambe. Quei due tipi gentilmente confusi la facevano più bella, come i torrenti e le montagne delle due diverse regioni ravvivano ivi e fan più dilettoso il paese. Invano l’avevano da bambina strappata di là per farla educare a Vienna! La capitale con tutti i suoi prestigi, la maestà della Corte che aveva veduto molto da vicino, la vita elegante dell’alta società a cui il barone nel suo orgoglio la destinava, non avevano mai potuto farle uscire dal cuore l’affetto alla sua terra natale. Cresceva malinconica e anemica come pianta tropicale, che a forza di stufe si vuol fare allignare in un clima agghiacciato. Quante volte tra il lusso e il movimento della gran Capitale, ella mesta e raccolta sospirava la patria lontana! Era questo il sogno delle sue notti, il desiderio incessante di tutti i suoi giorni! Ella era legata a quei luoghi anima e corpo, e divisa da essi deperiva. Continue visioni del suo paese, a guisa di grandi quadri, le passavano dinanzi agli occhi dell’anima innamorata e l’avvincevano sempre più tenacemente all’Italia. Un giorno alcune sue compagne la condussero sulla sponda del Danubio a veder la partenza d’un piroscafo. Essa