Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/67

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continuo deperire, ma più di tutti la Lisa, la figlia dei padroni di casa. Non le parlava del suo male, nè della sua sventura, perchè sarebbe stato un rincrudire la piaga; ma la circondava di mille delicate attenzioni, cercava di risparmiarle alcune fatiche o di rendergliele più lievi, e senza lasciarsi respingere dal suo ostinato silenzio, le teneva più che fosse possibile affettuosa compagnia.

Un giorno, sul finire dell’inverno, la Lisa, appena tornata da attingere acqua, andò a sedere accanto alla Mariuccia, che se ne stava tutta sola e rannicchiata nel canto del fuoco col viso nascosto fra le mani, e le disse:

— Non sai, Mariuccia, ch’è tornato Coletto? — Ella si scosse a quel nome e come trasognata fissò gli occhi abbattuti in quelli della compagna, ma senza rispondere una parola.

— Sì, sì, Coletto, — insisteva la Lisa — quel giovane muratore del vicino villaggio, che era in compagnia di Vigi alla sagra di Madonna di Strada quand’egli ti vide la prima volta....

— Tornato?... E come lo sai tu?

— L’han detto là al pozzo alcune donne pochi minuti fa. Ieri la sua famiglia ebbe avviso di andarlo a prendere con un carretto a Gorizia. Stasera sarà a casa.

— Ma lui, Lisa, lui.... non ritornerà.... ne sono sicura.

— Mio Dio! perchè affliggersi prima dell’ora? Son pochi giorni che ho veduto sua sorella.... Tutti i suoi sono in pena, si capisce, ma non disperano come te.

— Ah Lisa! non ha mai scritto, mai, e nessuno ha più saputo nulla di lui.