Pagina:Percoto - Sotto l'Austria nel Friuli, 1918.djvu/74

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di andare all’eternità, vorrei rivedere l’Oliva, restituirle le sue robe e implorare il suo perdono. —

Lisa le promise di far subito ricerca della donna. A Jalmicco ebbe notizia del luogo dove si trovava. Saputo di che si trattava, l’Oliva, consigliata dalla buona signorina, diede ad allattare il bambino, e venne al letto della morente. Appena la Mariuccia la vide, fece un gesto di gioia ed esclamò:

— Grazie, Oliva, che sei venuta. Io temeva che tu non volessi più saperne di me, e di dover morire senza poterti dimandar perdono! — E in atto supplichevole le stese le braccia scheletrite.

Oliva commossa non poteva parlare, e guardava quella faccia pallida, cadaverica, che non era quasi più riconoscibile. La povera morente vide negli occhi d’Oliva quel doloroso stupore, e le disse:

— Che differenza, eh, Oliva, da quando ci siamo vedute, l’ultima volta! Io era bella allora, ma ero brutta dentro l’anima, e perciò non ascoltai né le tue ragioni né le tue lagrime.... Oh, ma il Signore ti ha vendicata! Da quel momento quante disgrazie sono piombate sul mio povero capo! Egli ha fatto giustizia fra noi due.... Adesso eccomi ridotta in fin di vita. Da questo letto io non mi alzerò più.... Oh, dammi un bacio e dimmi che mi hai perdonato!

— Possa così Iddio perdonarci tutt’e due — disse l’Oliva; e la strinse al seno con tutta l’espansione dell’affetto. Ma la Mariuccia turbata mormorò:

— Oh, non parlarmi di Dio! Io non posso più sperare nella sua misericordia.... La mia sorte è stabilita.

— Che dici mai, sorella mia? Anzi noi dobbiamo pregarlo insieme. Possibile che egli non ti ascolti? Io credo che voglia anche ridonarti la perduta salute. Chi più di me tribolata, quando fuggita dal