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mato il suo maggiordomo, gl'impose, ch'in alcuno de piu bei giardini, che presso alla citta si ritrovassero, una stanza terrena facesse per la persona sua senza alcun indugio preparare. il che havendo il maggiordomo prestamente essequito, quivi si fece il seguente giorno in una lettica condurre, dove sendo arrivato, udendo de lusignuoli, et altri uccelli il canto, in uno dilettevolissimo giardino ritrovandosi, parve che si rallegrasse alquanto, et in breve tempo di gran miglioramento mostrò segno. hor havendo quivi il contadino la simia sua condotta, dinanzi al Re presentatosi, et di gia avedutosi, che per haver ei cangiata stanza il cuor gli s’era alquanto rallegrato, l'accertò di doverlo tosto nello primiero stato di salute restituire: et havendo colla simia sua diversi giuochi alla presenza di lui fatti, piu volte le risa gli mosse. poscia menatala nella cucina, la quale era allo scoperto, et à canto di una finestra della camera, dove egli era, si facea, quivi legatala, et al Re ritornato di molte cose allegre cominciò seco a divisare. et in cotal guisa dolcemente il tempo passando, parvegli di udire nella cucina alcun romore, et alla finestra accostatosi vide la simia, che sola quivi si ritrovava, ad una pentola accostarsi, nella quale al fuoco due grossi capponi per la bocca sua si cuocevano; la quale intorno guatandosi, et quivi sola vedendosi, scoperta la pentola, uno de capponi fuora trasse; et assettatasi per metterlosi à mangiare, uno gran nibbione, veduta la