Pagina:Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo.djvu/90

Da Wikisource.

39

stitasi, come prima fu giorno, vi si condusse. et quivi sendosi Behramo per buon spacio di tempo colla donzella, che ivi ritrovo, in dilettevoli ragionamenti tratenuto; poscia che hebbe desinato, et preso alquanto di riposo, fatto il terzo novellatore alla presenza sua venire, commisegli, che havesse la sua novella à raccontare: ilquale in cotal guisa cominciò. Ritruovasi nell’India una citta sopra la marina, Zeheb nominata, ad un ricco et gran signore idololatra, che il Leone adora, soggetta. solea egli cotesto signore haver nella corte sua diversi artefici di molta eccellenza, mà un’oraffo tra gl’altri, à cui per lo molto suo valore in quell’arte niun’altro nel mondo tutto pari non si ritrovava: et percio che continuamente alcuna bella et mirabil opra far solea, venne in pensiero al signore di farsi da lui un gran Leon d’oro fabricare. onde alla presenza sua chiamatolo, havendogli diecimila pesi d’oro di quel paese consignati, che di quello uno bellissimo Leone gli havesse à fare gli impose. ricevuto dunque l’oraffo tanta somma d’oro, ad altro il pensier suo non rivolse, che à dover un Leone di tanta eccellenza fabricare, ch’in niuna sua parte non gli potesse da alcuno esser opposto: et à cotal impresa postosi, nello spacio di dieci mesi uno ne fece, à cui ad esser vivo il solo spirito mancava, et tutto che d’infinito peso fusse, alcune ruote sotto i piedi gli fece, che da dieci huomini soli in qualunque parte potea esser agevolmente condotto. quest’opra per l’eccellenza sua som-