Pagina:Perini - Trento e suoi contorni, 1868.djvu/113

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Proseguendo oltre si giunge piegando a manca al renaio detto i Vodi. Quel deserto loco eternamente fiagellato dal vento offre una prospettiva molto austera. Di fronte sorgono le balze di Zambana, di presso scorre l’Adige fra rive coperte di qualche siepaia, poche casupole sparse qua e là, qualche macchia di ontani e di salici, qualche prato e qualche campo sparmiato alle invasioni del Lavis, tale è la situazione dei Vodi. Chi mai avrebbe supposto che questa desolata brughiera venisse un giorno traversata da un ponte gigantesco quale è quello che ci stà davanti, emulo per solidità e imponenza ai ponti del Semmering? Chi avrebbe mai preveduto che in questo sito si comporrebbe un anello congiuntivo fra Italia e Germania, fra l’Adriatico e il Baltico, un veicolo al commercio europeo?

L’alveo del torrente Avisio si spande in larga zona ghiaiosa, e poco distante dallo sbocco nell’ Adige corre il grandioso viadotto. L’estesa totale del ponte è di metri 922, e comprende non meno di 35 arcate sopportate da 34 pile e due testate. Questa estesa vien divisa in 7 stadi, il primo de’ quali fa parte del rettilineo che si dilunga a poca distanza da Trento, e gli altri 6 si dispiegano in curva del raggio di metri 1565. A ciascun stadio corrispondono cinque arcate della luce di metri 21.00 e della freccia di metri 3.50 Queste arcate sono costruite di mattoni colle fronti rivestite di pietra da taglio. Le due teste e sei pile della larghezza di metri 6.50 con rostri semicircolari limitano ogni stadio, e fra queste sono interposte quattro pile minori della larghezza di metri 4 con rostri a sesto acuto. Tanto le testate che le pile sono rivestite di pietra da taglio a corsi regolari. L’altezza delle pile e testate dal piano di fondazione all'imposta degli archi è di metri 6.65, e dal piano d’imposta al piano delle rotaie è di metri 5.25; la larghezza del ponte di me-