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opera di un Jongo trentino, eseguita per cura della città (1768).

Il palazzo pretorio (ora sede della Corte di giustizia) fu anticamente, almeno in parte episcopio, come apparisce da una iscrizione appesa dal vescovo principe Sigismondo Alfonso di Thunn alla facciata che guarda sulla piazza. Su questa piazza fu decapitato Rodolfo Bellenzani.

Nel palazzo municipale, sito in contrada Larga si conservano le lapidi raccolte ed illustrate dal conte Benedetto Giovanelli, e si ammira una S. Maria egiziaca di buon pennello,1 e l’originale quadro del Concilio tenuto in Trento. Dobbiamo deplorare la perdita dell’affresco di che era istoriata la facciata rappresentante la decolazione del Bellenzani, distrutto in occasione che si rifece la nuova facciata. La maniera del colorito, e lo stile della figura fu riconosciuto d’ottima scuola lombarda. Presso il municipio sorge un’elevata torre e poco sotto un’altra, la quale (giusta un documento del 1683) fu abbassata di 12 piedi. Nel documento è intitolata la torre della tromba.

Giace nella stessa contrada l’antica casa una volta di proprietà della cospicua famiglia Geremia di Trento (già nota nel 1436), ora in possesso della famiglia Tevini, molto pregevole per la corretta architettura lombardesca. Il marchese Selvatico encomiò la sontuosa scala a gradini alternati di marmo rosso e bianco non che la robusta ed armonica struttura dell’edificio. Si conserva un camino di forme elegantissime. L’architetto A. Essenwein, quivi inviato a visitare il Duomo onde ristaurarlo, trovò questa casa commendevolissima, e

  1. Giusta il parere del marchese Selvatico, il dipinto di S. Maria egiziaca, creduto dal conte Giovanelli del Guercino, non sarebbe che una copia.