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Del palazzo a Prato durano superstiti alla distruzione le sole rovine, che turbano la vista, e servono a maggiormente farci sentire la perdita d’un sontuoso e classico edificio che si giudicò architettato dal sommo Palladio.

A’ tempi del Concilio, nel palazzo dei conti a Prato si raccoglievano le congregazioni generali de’ Legati pontificii, alle quali partecipavano i più dotti personaggi di quell’età. Dai conti a Prato passava in proprietà dei Madruzzi, in seguito ripassò in possesso dei primi, e finì come fu detto, nella Raffineria de’ zuccheri. Da un’antica iscrizione apparisce che vi abitava il cardinale Crescenzio Legato pontificio. È pur noto che i Padri del Concilio solevano recarsi in processione una cum Clero tridentino, come attestano i Diarii, alla Cattedrale, partendo dalla chiesa di S. Trinità, fondata da un Giroldo da Prato, e alla casa Prato vicinissima.

In un altro vicino palazzo della nobile famiglia di Lorenzo Sardagna, già Gaudenti, situato in via di S. Trinità, che sorge tuttora incolume, di robusta ed elegante architettura, fregiato delle armi de’ Madruzzo, abitava ai tempi del Concilio Nicolò Salmo (Psaume), vescovo di Verdun e principe del sacro romano Impero.1 Trovasi tuttora al fianco dell’edificio una graziosa cappelletta abbellita di affreschi ben conservati, e si ammira l’imagine d’un Roccabruna pennelleggiata con molta morbidezza di colorito.

Nella contrada di S. Trinità, presso la chiesa di egual nome, merita attenzione la bella fabbrica del ginnasio liceale, recata a termine in un triennio sotto la direzione dell’ingegnere Floriano Menapace di Trento, che fu aperto alla studiosa gioventù già negli anni

  1. Questi cenni gli abbiamo desunti dalle memorie del Mazzetti «Dello antiche relazioni fra Cremona e Trento